Novembre 21, 2024

SCHEDA 3 – Politiche ambientali

III. AMARE E VIVERE LA CITTÀ BELLA
Il privilegio di nascere e crescere inseriti in un progetto responsabile di armonia

Favorire le azioni per il risparmio energetico e per lo sviluppo delle energie rinnovabili deve essere l’obiettivo dei prossimi anni. Ciò dovrà avvenire sia in ambito pubblico che privato. In estrema sintesi, si dovranno creare le condizioni economiche, operative e normative indispensabili a dare concretezza ai Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC) di tutti i Comuni della Provincia e puntare dritti a cogliere i miglioramenti dell’efficienza energetica, la diminuzione delle emissioni dannose e i migliori stili di vita indicati nei “Patti” sottoscritti dai Sindaci con l’Unione Europea.
Queste scelte, alla luce della svolta retrograda e negazionista dei problemi ambientali su scala planetaria impressa agli USA dalla Presidenza Trump e con la speranza che la nuova Amministrazione Biden imprima una nuova, decisa ed efficace svolta ambientalista, vanno fatte oggi ancora con maggiore convinzione e determinazione.
L’esempio simboleggiato da Greta Tunberg ma impresso da milioni di giovani e giovanissimi negli ultimi anni verso la svolta epocale del rapporto tra crescita, benessere e salute complessiva del Pianeta non può essere dimenticato né disatteso per l’emergenza pandemia: non durante, non dopo.
Le buone pratiche dei singoli cittadini e delle imprese e le politiche virtuose delle pubbliche amministrazioni, sommandosi, possono creare, con investimenti oculati e mirati e con la riduzione della spesa pubblica, le condizioni per un maggior benessere diffuso e con minori disuguaglianze.
Da questo punto di vista in Europa le risorse del Recovery Fund (se e quando arriveranno) non possono essere assolutamente sprecate e male allocate, ma dovranno andare a costituire le fondamenta di una vera e propria rivoluzione culturale, economica, industriale e sociale.
La misura del progresso di questo e dei prossimi secoli passerà da queste scelte.
Il tema della sostenibilità ambientale è oggi più che mai attuale. Il nostro pianeta, ogni anno, raggiunge l’Earth Overshoot Day, cioè l’esaurimento del suo budget ecologico sempre più in anticipo rispetto agli anni precedenti.
Questo vuol dire che di anno in anno viviamo sempre di più oltre il limite di sopportazione del Pianeta, che produciamo debito ecologico, sottraendo stock di risorse non rinnovabili al futuro e che accumuliamo anidride carbonica in atmosfera.
Un lento e inesorabile suicidio di tutta l’umanità è in atto; nessuno può più far finta di non saperlo.
Va dunque perseguito con determinazione il modello proposto, tra gli altri, dall’Associazione Comuni Virtuosi (di cui già fanno parte Seravezza, Pietrasanta e Massarosa) dell’opzione rifiuti zero e della modalità di raccolta dei prodotti differenziati attraverso la procedura del porta a porta. In questo modo diversi Comuni della Provincia di Lucca hanno già messo in campo politiche di eccellenza e, ad esempio, trasformato la spesa che prima veniva “bruciata” nell’inceneritore di Falascaia in spesa virtuosa che produce posti di lavoro e riduce drasticamente la produzione di anidride carbonica.
Se, come noto, la Toscana, nel suo complesso, ha una percentuale di raccolta differenziata troppo bassa, l’esperienza lucchese può diventare, nei prossimi anni, un modello regionale.
La Regione Toscana ha accumulato, negli anni, un grave ritardo su questi temi e grave e colpevole è stata la scelta, anche in anni molto recenti, di sposare la strategia dell’incenerimento dei rifiuti e tardiva la rinuncia a questa deleteria ipotesi.
Questa scelta sbagliata e dannosa è stata sconfitta solo grazie all’attività di tanti cittadini e comitati che si sono battuti con forza contro questo indirizzo e che hanno avuto al loro fianco il solo livello istituzionale rappresentato da pochi, coraggiosi e lungimiranti comuni toscani. L’attuale modello di sviluppo porta allo spreco di grandi quantità di materie prime. L’abuso di prodotti usa e getta, d’inutili e voluminosi imballaggi e in genere di prodotti che hanno limitata durata nel tempo, oltre a determinare uno spreco di risorse, genera gravissimi problemi di smaltimento.
L’incenerimento è una forma insufficiente, sbagliata e costosa di trattamento dei rifiuti e risolve solo parzialmente il problema e al prezzo insostenibile di trasformare preziose materie prime in ceneri altamente inquinanti che poi vanno comunque, a loro volta, smaltite.
Il sistema di smaltimento dei rifiuti attraverso l’incenerimento e le discariche inquina la terra, le falde e l’aria e alimenta le ecomafie.
In questo quadro generale non va comunque dimenticato che la scelta di far rimanere Retiambiente una società interamente pubblica è una conquista molto importante.
Il gestore unico del sistema integrato dei rifiuti per l’ATO Costa Toscana può, oggi, dopo troppi anni di incertezza, cominciare concretamente la sua attività.
Per la Versilia sembra finalmente alle porte la fusione di Ersu con Sea e questo consentirà ai nostri sette Comuni, più Montignoso, di avere una Società Operativa Locale (SOL) all’interno di Reti Ambiente in grado di svolgere al meglio dell’efficienza i servizi assegnati.
I localismi, la protezione di piccoli interessi e l’incapacità di progettare un futuro comune per una larga comunità sono le cause dei ritardi che è necessario rimuovere.
E’ indispensabile favorire le aggregazioni ed il superamento delle frammentazioni, affinché si possano costituire soggetti industriali solidi in grado di affrontare gli investimenti necessari al completamento di un piano di interventi che assicurino efficienza ed economicità di servizio. In questo quadro occorre mettere in campo tutte le forze necessarie, al fine di arrivare ad un modello che consenta il rispetto degli obiettivi di riciclo stabiliti sia dal Piano regionale sia dal piano straordinario di ATO.
Il territorio si deve dotare di quegli impianti che sono necessari alla chiusura del cerchio delle raccolte differenziate e che consentono il riciclo dei rifiuti e la valorizzazione delle materie che dalle matrici della raccolta differenziata possono essere selezionate. Il ritardo che la Toscana Nord Occidentale ha accumulato, in particolare, nell’autosufficienza di trattamento dei rifiuti organici ma anche dell’indifferenziato, è legato alla disponibilità e al ricorso a grandi discariche di interesse regionale quali quelle di Peccioli e Rosignano.
Ciò è una “non soluzione”, una scelta sbagliata e dannosa.
I grandi paesi europei leader delle politiche ambientali (Germania, Svezia, Danimarca, Austria ecc), prima e meglio di noi, si sono posti il problema dell’obiettivo “Discarica Zero”, perché quello è, dal punto di vista ambientale, il risultato migliore da perseguire: non consumare territorio e soprattutto non lasciare in eredità alle future generazioni cumuli di rifiuti che continueranno per anni a minacciare l’ambiente con l’emissione di gas serra.
Occorre favorire il consolidamento delle filiere industriali che sono legate al riciclo rafforzando il ruolo degli acquisti green da parte delle pubbliche amministrazioni e del privato. Vi sono filiere materiali che sono già legate fortemente al mercato, le plastiche nobili (PET e HDPET), la carta e in parte il cartone, i metalli, il vetro.
Vi sono altre filiere che invece ancora non hanno una loro autosufficienza. In particolare, si può far riferimento alle plastiche miste che, dopo essere raccolte insieme alla plastica e a valle della selezione dei polimeri nobili, trovano troppo spesso una loro collocazione a termovalorizzazione piuttosto che a recupero. Se si vuole che il riciclo, quindi la chiusura di un ciclo, sia il risultato che perseguiamo, occorre incentivarlo almeno quanto la raccolta della materia e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Anche dal punto di vista economico e del sostegno all’occupazione i servizi pubblici locali, in particolare per ciò che riguarda la gestione dei rifiuti, possono dare un contributo positivo ad affrontare questi momenti difficili.
Investire nei servizi è una scelta che la Regione deve fare con chiarezza e che in parte ha già fatto, a partire dal Piano Operativo per i Fondi Strutturali 2014-2020 e dall’approvazione e del Piano energetico ambientale regionale. Il settore dei servizi pubblici locali è un settore specifico e complesso dell’economia regionale e nazionale, che può e deve essere attore della crescita e non un ostacolo alla competitività.

Obiettivi

Impegnare la Regione nella realizzazione d’impianti per il riuso dei prodotti differenziati, adottare politiche di riduzione della produzione di rifiuti e favorire i centri di riuso di materie e beni riutilizzabili nel ciclo dei rifiuti.

Promuovere una progettualità dei servizi che, attraverso la raccolta domiciliare e di prossimità, consenta il raggiungimento di tali obiettivi.

Proseguire nelle politiche di abbattimento della produzione di CO2 e di riduzione delle emissioni elettromagnetiche.

Incentivare gli Enti Locali verso le politiche virtuose. Investire nelle energie rinnovabili per raggiungere su base regionale l’obiettivo del Piano d’Azione Europeo: 20% di energia prodotta da rinnovabili entro il 2020.

Gestire i fondi strutturali 2020-2027 e il Recovery Fund per sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori; promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi; tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse in modo da dare una svolta positiva e decisiva alla Regione Toscana nelle politiche ambientali virtuose.

Limitare la produzione dei rifiuti anche tramite accordi con le aziende produttrici e di distribuzione per la razionalizzazione degli imballi; promuovere e incentivare le attività imprenditoriali nel settore del riutilizzo e riciclo.

Estendere su scala regionale il servizio di raccolta differenziata porta a porta.

Accrescere l’informazione e stimolare l’interesse dei privati tramite l’intro-duzione di sostegni finanziari e l’apertura di appositi sportelli di consulenza.

Effettuare sugli edifici di proprietà pubblica diagnosi energetiche e elaborare programmi di interventi per il contenimento dei consumi energetici.

Incentivare le piccole imprese di produzione o di servizi a migliorare gli impianti e le strutture e/o riconvertirle.

Stimolare gli esercizi commerciali a intraprendere azioni di risparmio nell’uso delle catene di refrigerazione e ad impiegare le nuove metodologie di bioarchitettura.

Introdurre nuove tecnologie (es. la tecnologia LED) nella illuminazione pubblica per ottenere un sostanziale risparmio energetico ed economico e garantire un minor impatto ambientale.

Risolvere il tema del sistema di fognatura e depurazione delle acque nere.