La Galleria Enrico Astuni sarà al Miart 2022 con opere di Øystein Aasan, Alberto Garutti, Maurizio Mochetti, Maurizio Nannucci e Gianni Piacentino nella Sezione Established, stand A17 con un progetto di mostra ad hoc in cui la forza di ciascuna poetica e i differenti media utilizzati – dipinti, sculture e installazioni – creano un inedito ed ispirato dialogo.
Øystein Aasan (Kristiansand, Norvegia 1977; vive e lavora a Berlino) nella sua pratica usa architettura, collage, scultura e pittura per indirizzare la memoria, la funzione delle immagini e il luogo dell’osservatore.
Tra le opera esposte in stand ONCE REMOVED (BASIC), 2021. L’ opera fa parte di un corpus di lavori che comprende gruppi di dipinti e un set di piccoli modelli in legno con espositori e contenitori personalizzati, e Model for model, 2015, appartenente a un gruppo di opere originariamente realizzate per sviluppare idee per sculture più grandi.
Alberto Garutti (Galbiate (Lecco), 1948, vive e lavora a Milano), fra gli artisti italiani più rilevanti della scena contemporanea, ha iniziato la sua attività espositiva nel 1974.
Tra le opera esposte in stand Questo sguardo in quel momento, 2022. L’opera è stata realizzata appositamente per la Galleria in occasione di Miart 2022, e fa parte del progetto Specchi forati, 1992-in corso; Che cosa succede nelle stanze quando le persone se ne vanno?,1993-2021, una sedia appare come elemento di arredo presente nello spazio espositivo, ma una volta spente le luci, dopo la chiusura, si illumina.
In questo modo, nel corso degli orari di visita si “mimetizza” con le altre suppellettili, tanto da non essere riconosciuta come elemento di un intervento artistico.
Maurizio Mochetti (Roma 1940, dove vive e lavora) esordisce nel 1968 sulla scena artistica romana con la sua prima esposizione personale alla Galleria La Salita.
Fra le opere esposte in stand Da una dimensione all’altra, 2016, dove un modellino di aereo in fiberglass attraversa simbolicamente il muro del suono, e Alle volte in tonneau, 2016-2021, espressamente realizzata per la Galleria Enrico Astuni in 29 esemplari + 3 AP. L’opera richiama l’ipotetica traiettoria percorsa da un aereo F-117 Nighthawk in scala.
Maurizio Nannucci (Firenze 1939, dove vive e lavora) inizia la propria carriera nell’ambito della Poesia Concreta, usando il linguaggio e il testo come elementi principali della sua produzione.
Fra le opere esposte in stand il grande neon in vetro Murano giallo How it sounds it is, 1996. L’opera, esposta a villa Massimo, Roma, nella sua versione in vetro Murano blu, gioca con il sottile discrimine tra apparenza e realtà: ciò che appare, è, nel momento stesso della sua manifestazione; e forse, sembra suggerire
Nannucci, solo in quel momento. È la percezione a garantire la realtà.
Le frasi di Nannucci, vere e proprie poesie visive, oltre ad entrare in relazione con lo spazio circostante, tramite la luce emessa dal neon, risuonano nella mente di chi le legge, creando nuove immagini e connessioni.
Il lavoro di Gianni Piacentino (Coazze, Torino 1945; vive e lavora a Torino) risulta essere un caso unico nel
panorama italiano e internazionale. Figura di grande rilevanza in virtù dell’originalità della sua visione,
presenta i suoi primi lavori (tele monocrome combinate a telai colorati) nel 1965. Tra le opere in stand,
TROPHY (Model ’91), 2021. L’opera, realizzata per la Galleria Enrico Astuni, è la declinazione decorativa
parete del RECORD VEHICLE del 1986 e simbolo della velocità in competizione, che l’artista conosce
molto bene per i suoi trascorsi nelle corse in sidecar. Nasce nel 1991 in grandi dimensioni (270 cm, 4
versioni differenti per colore e decorazione) e viene realizzato nel 1991-92 (128 cm) e nel 2004 (160 cm).
Le altre opere esposte attraversano la produzione dell’artista, da una prima fase più “minimalista” MARBLE AND COPPER BAR WITH QUARTER-CURVES, 1967-68 e TRANS-CHROME AMARANTH SMALL
POLE (Model ’66), 2018-2019; alle nuove sperimentazioni SM55 METAL GRID_2, 2020.