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La violenza contro le donne non è solo quella psicologica, sessuale o derivante dai matrimoni forzati, ma anche e ancora quella delle mutilazioni genitali femminili. Lo ricorda l’Onu in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne
di Valentina Arcovio
La violenza contro le donne non è solo quella psicologica, sessuale o derivante dai matrimoni forzati, ma anche e ancora quella delle mutilazioni genitali femminili. In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne l’Onu evidenzia come le mutilazioni genitali femminili rimangono una pratica profondamente radicata che colpisce milioni di donne e ragazze in tutto il mondo. “Nonostante gli sforzi per eliminare questa pratica continua a rappresentare seri rischi per la salute, a violare i diritti umani fondamentali ea perpetuare la disuguaglianza di genere, in particolare in alcune parti dell’Africa e del Medio Oriente” sottolinea l’Onu.
Sono 230 milioni le donne vittime di mutilazioni genitali
I dati rilevano che almeno 230 milioni di donne e ragazze di età compresa tra i 15 ei 49 anni, nel mondo, hanno subito mutilazioni genitali femminili, con un aumento del 15% rispetto a otto anni fa, ovvero 30 milioni di ragazze e donne in più. Nell’Africa subsahariana, una donna o una ragazza su quattro ha subito mutilazioni genitali femminili, ma i livelli variano notevolmente da Paese a Paese. Ci sono ancora Paesi in cui le mutilazioni genitali femminili sono quasi universali e almeno nove ragazze e donne su dieci di età compresa tra i 15 ei 49 anni hanno subito mutilazioni genitali femminili, mentre colpiscono non più dell’1% delle ragazze e delle donne in Camerun e Uganda.