di Fabrizio Lucarini
Un omicidio apparentemente inspiegabile, un’indagine in una Versilia che non ti aspetti, dove si snoda un intreccio inquietante di misteri ed enigmi fittissimi che solo nel finale troveranno risposte inattese. È questo il filo conduttore del primo romanzo di Ettore Neri, versiliese doc, imprenditore, sindaco di Seravezza dal 2006 al 2016 e attualmente manager nella sanità privata.
“L’inchiesta di San Lorenzo”, questo è il titolo del romanzo edito da Sem Libri (368 pagine, 20 euro) e che sarà nelle librerie dal 9 giugno. In questo romanzo Neri inizia il suo racconto da un incendio in un bosco vicino Seravezza e da un cadavere carbonizzato. È quello di Ermete Rosi, professore universitario all’apparenza senza nemici e con la passione per la bicicletta. Un ritrovamento che manda in frantumi la tranquillità di questa parte di Versilia dove tutti si chiedono se sia stato un incidente o un omicidio. Ma in questo secondo caso non ci sono indizi, testimoni e tanto meno dei moventi.
A occuparsi del caso è il comandante della locale Stazione dei Carabinieri, il trentacinquenne Nicodemo Gatti. Un investigatore di razza ma poco socievole e dal carattere spigoloso con in più una vita sentimentale travagliata tanto che il suo incarico assomiglia tanto a un trasferimento punitivo. La morte di Ermete Rosi, però, cambia tutto. Comincia così un’indagine nelle pieghe di quella Versilia interna che ha poco a che fare con il mondo patinato ed effervescente della riviera. Una terra aspra, popolata da personaggi intensi e sinceri, a volte ambigui e incoerenti, sempre alle prese con le proprie debolezze, stranezze, inquietudini.
“L’inchiesta di San Lorenzo” propone una narrazione in cui l’autore mostra le mille sfumature della commedia umana che va in scena nella provincia profonda e che solo chi ci vive può cogliere e raccontare. Un vero e proprio noir in cui i personaggi sono pezzi di un puzzle all’inizio indecifrabile ma che pian piano trova la sua collocazione definendo un disegno in cui tutto, alla fine, torna al suo posto.
“L’idea di scrivere un romanzo ambientato in Versilia e in particolare a Seravezza – racconta Neri – mi è venuta all’inizio del secolo. Doveva essere un giallo a puntate, un feuilleton, un romanzo d’appendice. Ma la rivista che lo pubblicava è uscita solo tre volte quindi il progetto si fermò ben presto. Poi la vita e, soprattutto, l’attività politica e di amministratore pubblico hanno distratto la mia vena letteraria che, come un fiume carsico, è tornata alla luce con il tempo. Nicodemo Gatti viveva in me e, alla fine del 2018, ha preteso di uscire allo scoperto e riprendersi il suo spazio. Il bello è che mentre io ero invecchiato, quindici anni non sono pochi, lui era rimasto bel bello ai suoi trentacinque anni di età. Dentro la storia – prosegue l’autore – ci sono poi diversi personaggi che traggono spunto, più o meno evidente, da persone che realmente vivono e sono attive nella nostra cittadina e in Versilia, ma ciò che fanno, come vivono e cosa dicono nel romanzo non ha niente a che vedere con la loro vita reale. Ma la parte veramente autobiografica sono i luoghi che credo di aver reso bene e riconoscibilissimi e in particolare le nostre colline, le montagne e i fiumi che stanno dentro all’anima di ognuno di noi che viviamo in questa parte di Toscana”. Una Versilia che secondo Ettore Neri non è solo vetrina e vacanze ma ha dentro di sé un lato oscuro, inesplorato e a tratti inquietante. “In molti luoghi italiani, non solo di mare – spiega -, dove una delle economie portanti è il turismo di lusso, le grandi differenze economiche mettono spesso a contrasto e a confronto la vita patinata dei ricchi con la vita quotidiana delle persone “normali”. In queste condizioni i cortocircuiti sono più facili”.
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Lucca, 6 giugno 2023