Il lavoro a quattro mani di Elisa Tamburrini e Manuel Santini, in 15 illustrazioni dipinte su pannelli di legno, presenta i luoghi simbolo di Viareggio, considerati “mostri sacri” per la città, che i due artisti hanno cercato di dissacrare sdrammatizzandoli.
Una mostra scherzosa, “dissacranti CONtaminAZIONI al metro”, che è una riflessione su come possiamo cambiare il punto di vista sui luoghi che viviamo e vediamo ogni giorno, in programma al Caffè Così Com’è di Viareggio, da sabato 1 a venerdì 14 aprile.
Troviamo così luoghi viareggini rivisitati in chiave dissacrante e ironica, come ad esempio la Torre Matilde con il Canale Burlamacca, il Grand Hotel Royal, il faro, il pontile con le barche dei trabaccolari, il muraglione, il Balena, il Margherita.
L’inaugurazione sabato 1 aprile alle 17:30.
A seguire altri due momenti di incontro con gli artisti: venerdì 7 aprile aperitivo dalle 18 alle 20 e venerdì 14 aprile finissage dalle 18 alle 20.
Un onirico volo pindarico tra i paesaggi e i luoghi simbolo di Viareggio animati dai personaggi visionari a tratti giganti o microscopici che ci permettono di cambiare prospettiva, di giocare con questi mostri sacri che fanno parte dei nostri scenari infantili e delle nostre memorie da sempre e di dissacrarli trasformandoli in oggetti fallici o ritrovando situazioni lontane dai nostri contesti, reinventandone gli usi e le collocazioni.
Nello specifico i pannelli pittorici, che sono stati illustrati da Elisa e Manuel, sono assemblamenti di illustrazioni paesaggistiche e figurative su legno cartone, poi ritagliato e rimontato su pannelli di legno.
Biografie – chi sono Elisa e Manuel
Elisa Tamburrini
Lucchese di nascita, classe 1985, AKA Pelle D’Oca, che spiega essere l’immagine dell’anima, delle sue inquietudini, delle visioni di cui si è permeata durante il cammino. Pelle D’Oca è la consapevolezza dell’esistenza nel mondo della fisicità dell’anima e lo spazio che occupano davvero le emozioni. È il desiderio di esternare attraverso la gestualità la condizione di disequilibrio interiore, proprio al punto in cui ci fa rabbrividire, tra il sonno e il sogno, il suo lavoro pittorico é di tipo descrittivo illustrativo e cerca di dare una forma viscerale a quelle emozioni che non hanno parole e crearne dei personaggi.
É una ricerca di pieghe e nodi attraverso echi silenziosi, materia morbida, ricordi usurati dal passaggio di vite altrui. Le illustrazioni sono solo percezioni che provano a coinvolgere lo spettatore in un viaggio del tutto personale.
Una canzone dice “sono le cose che pensano“, questa é stata la frase perno attorno alla quale si snoda tutto il suo lavoro e la sua ricerca pittorica. Una ricerca ispirata al suono che fanno le cose appoggiate, dimenticate in un angolo, parlano, hanno una storia, delle emozioni.
Manuel Santini
Classe 1984, a soli tredici anni si aggiudica, grazie alla sua capacità progettuale e scultorea, il titolo mai più eguagliato di “costruttore più giovane” della storia del Carnevale di Viareggio.
Partecipa infatti, con una maschera isolata in concorso all’edizione 1998 della manifestazione.
Il Carnevale: un connubio di storie, risate, provocazioni è, secondo l’artista, la più avvincente sfida artistica, perché vi è applicata scultura, teatralità, musica, pittura, per questo motivo diventerà da subito il fulcro di tutta la sua poetica fino a oggi.
Le sue opere, che ricevono sempre più consensi dalla stampa e dalla critica nazionale e internazionale, sono la dimostrazione che dietro le apparenze possono esserci nascoste sorprese inaspettate.
Partecipa a mostre collettive a Venezia, Milano, Bassano del Grappa, Dubai e Trieste, oltre ad alcune personali in Versilia, e ha un’opera in esposizione permanente al Museo Maroni presso il Vittoriale degli Italiani.
Fonte: Comunicato Stampa degli interessati