Da qualche tempo è cominciato a sembrare indispensabile smettere di ragionare, quando si affronta il tema dello sviluppo e del benessere del territorio, esclusivamente in termini di comparti e settori.
La Versilia della costa, in effetti, ha come economia trainante quella del turismo balneare, ma ormai è chiaro a tutti che questo settore, storicamente così forte e caratterizzante, ha necessità, per guardare al futuro con certo ottimismo, di immergersi nel tessuto viso e pulsante del territorio intero, con le sue caratteristiche, peculiarità, eccellenze.
Il turismo balneare e manifatturiero sono elementi di eccellenza della Versilia e costituiscono fattori determinanti nella creazione e valorizzazione del Brand Versilia.
Il tema della valorizzazione e promozione nel mondo di un territorio come la Versilia, delle sue bellezze, delle sue imprese si intreccia, tra l’altro, con il corretto funzionamento degli OTD (Osservatorio turistici di destinazione) che prevedono forme di integrazione tra pubblico e privati per la promozione, il marketing e la formazione.
Ovviamente resta fondamentale il ruolo della Regione nel valorizzare il Sistema delle Eccellenze Turistiche della Toscana.
Una realtà come la Versilia, se vuole sfruttare al meglio tutto il potenziale del suo brand, deve puntare molto sul proprio terroir, prendere coscienza di sé, credere nelle sue grandi potenzialità, comprendere i propri limiti e i propri ritardi e fare sistema, in particolare tra enti pubblici e tra enti pubblici, imprese e rete delle eccellenze.
Nel contesto di questa riflessione e con la consapevolezza che si tratta di un settore che, circa cento anni fa, è stato intuito ed inventato proprio sulle nostre spiagge, dovremo focalizzare l’attenzione e dare risposte agli interrogativi che l’Europa ci ha posto con la direttiva Bolkestein e che i nostri governi nazionali, dopo tanti anni, non hanno ancora saputo risolvere.
In sintesi come si salvaguarda e quali innovazioni deve proporsi un settore come quello del turismo balneare che nella maggior parte dei casi si è insediato nella forma di impresa familiare, tramandata per generazioni, ma è anche sottoposto a mercato di compravendita di azienda, su suolo appartenente al demanio pubblico?
Come si tutela il diritto d’impresa e, al tempo stesso, il bene pubblico?
Come si salvaguarda una specificità imprenditoriale che ha dato lavoro a generazioni e generazioni di versiliesi e che ha portato benessere e notorietà internazionale alla nostra terra?
Come si garantisce, nel contempo, il diritto alla concorrenza, il diritto alla fruizione dei beni pubblici secondo principi di equità e parità delle condizioni di partenza?
Non credo sia credibile che possa resistere a lungo un modello che si chiude in sé stesso in difesa strema e che si limita a rivendicare un diritto acquisito.
Non credo sia ragionevole chiudere la partita con la forza delle aste che rischiano di introdurre una fase di squilibrio e di instabilità che potrebbe costare molto cara a tutti noi. Sono convinto che la Versilia debba, anche in questo caso, affrontare la sfida di ripensare se stessa e che debba farlo trovando, a partire dalla nostra realtà, le giuste ed equilibrate soluzioni ed avere la capacità di proporle ed imporle all’Italia e all’Europa.
La Versilia deve aprirsi al panorama internazionale, migliorare la propria competitività economica, elaborare un proprio progetto basato sulla identità turistica e culturale, migliorare l’offerta dei servizi e il livello generale di qualità della vita, sburocratizzare e rendere più efficienti le proprie istituzioni; deve potenziare la rete di collegamento infrastrutturale ferroviario con Firenze e con l’aeroporto di Pisa.
Bisogna pensare alla Versilia non più come ad un “luogo” astratto ma come “Città della Versilia”, una smart city abitata da uno smart people e lavorare ad un piano strategico della Versilia.
Destagionalizzare l’offerta turistica aprendo anche alla convegnistica e risolvere il problema della balneabilità del nostro mare ed affrontare il tema dell’erosione delle spiagge continuano ad essere priorità ineludibili.