UN PANETTONE DA FAVOLA
“Un vero amico è il dono più grande che tu possa avere, ma anche il dono più meraviglioso che tu possa essere”.
“IL FOLLETTO CAPRICCIOSO”
di Luca Basile
Voce narrante: Massimo Pasquini
Allestimenti: Anna Rita Belardinelli
Un grazie a mamma Eufemia e a Valentina Pierotti.
…UNA NOTTE, un folletto solo e capriccioso, entrò, furtivo e senza bussare, nella Casa dei sogni. Una volta dentro il suo sguardo si posò su una scatola aperta con scritto:“Fantasia dei bambini, non toccare”. La prese e, dopo averla richiusa e sigillata, fuggì via. All’indomani i piccoli di tutto il mondo si risvegliarono senza più voglia di giocare, di inventare storie, di divertirsi. Nel breve volgere di una notte i bambini erano diventati proprio come gli adulti: incapaci di immaginare. Avevano infatti dimenticato che niente è più reale dell’immaginazione quando si desidera veramente qualcosa. Nel frattempo, si avvicinava la notte della Vigilia e Babbo Natale si scoprì preoccupato: non arrivavano più letterine con la richiesta di regali. Del resto, chi non ha fantasia, smette di sognare. Decise allora di andare a fare una visita al folletto capriccioso.
“Senza dubbio ha a che fare con tutta questa storia” brontolò Babbo Natale ad alta voce. Salì così sulla sua slitta e volò fino al punto più alto innevato della montagna, là dove viveva il folletto, per poi bussare alla sua porta.
“Benvenuto nella mia casa, Babbo Natale: qual è il motivo della tua visita?” chiese, con un sorriso beffardo, il folletto.
“Visto che non mi arrivano più lettere dai bambini, mi domandavo se tu c’entrassi qualcosa con tutto questo, amico mio…” rispose Babbo Natale.
Il folletto capriccioso sorrise di nuovo, lisciò con i suoi piccoli artigli accuratamente il berrettino blu che aveva in testa per poi farsi serio.
“Ma figuriamoci: evidentemente non scrivono perché hanno già tutto, i tuoi bambini”.
“Probabilmente hai ragione: hanno molto…certamente, ma non tutto. Però, perché non scrivere? In fondo, i bambini, amano il Natale. Forse non sarà perché qualcuno ha portato via loro la fantasia?” disse Babbo Natale indicando la scatola rubata lasciata incautamente su
un tavolo dal folletto. Che, sentendosi scoperto, con un balzo ci si buttò sopra e lo stesso, con insospettabile agilità, fece Babbo Natale. I due cominciarono a tirarla, ognuno dalla propria parte. E così andarono avanti per alcuni minuti fino a quando la scatola si aprì e tutta la fantasia, librandosi in volo, svanì sotto i loro occhi. Il folletto, allora, quasi soddisfatto, tornò a sedersi.
“Avrei rimesso quella scatola, nella Casa dei Sogni, dopo Natale. Grazie a te, impiccione, adesso la fantasia è andata perduta” gridò il folletto capriccioso.
Babbo Natale, sornione, scoppiò in una risata.
“Non credo proprio, amico mio. Non credo proprio. La fantasia, quando non è ingabbiata dalla cattiveria e dall’avidità, appartiene da sempre ai bambini. E anche agli adulti… talvolta” gridò allontanandosi.
Il giorno dopo, come per incanto, Babbo Natale cominciò a leggere valanghe e valanghe di lettere: i bambini erano finalmente tornati ad immaginare e la scatola della fantasia aveva ritrovato il suo posto nella Casa dei Sogni. Fra tante letterine ce n’era una che incuriosì Babbo Natale.
“Caro Babbone nostro, in fondo, come hai detto tu, anche i grandi, talvolta, si affidano alla fantasia. Ma quando sei solo, così come sono io, per attirare l’attenzione degli altri torni bambino e fai qualche dispetto. Ti prometto che sarò buono fino alla Befana: da lì in poi…vedremo. Se poi vorrai portare anche a me un dono, bene, sarò il folletto più contento di questa terra”. La notte della Vigilia di Natale, sotto il suo albero illuminato, il folletto capriccioso trovò una busta. Al suo interno c’era un piccolo foglietto bianco con scritto:
“Un vero amico è il dono più grande che tu possa avere, ma anche il dono più meraviglioso che tu possa essere”.
E il folletto capriccioso finalmente comprese: non si è mai soli quando qualcuno, che sia vicino a te o dall’altra parte del mondo, ti pensa.
E, per la prima volta nella sua vita, sorrise. Di felicità.
Buon Natale…
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