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La proposta al sindaco Sala in un ordine del giorno approvato il 9 gennaio dal Consiglio comunale. Una volta approvate dalla giunta le misure potranno essere introdotte. Il commento positivo di Legambiente: «Così si restituisce lo spazio pubblico ad altri usi e funzioni aumentando la bellezza e la vivibilità delle città»
Da gennaio 2024 tutta Milano sarà “zona 30”. Sia nel centro che nei quartieri periferici del capoluogo lombardo non si potrà più circolare oltre il limite dei 30 chilometri orari. Il 9 gennaio il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno a prima firma del consigliere della Lista Sala Marco Mazzei nel quale non viene comunque esclusa la possibilità di mantenere il limite di 50 km/h in alcune strade a grande scorrimento.
Il documento propone inoltre al Sindaco Sala e alla giunta di prevedere “un cruscotto dove tenere monitorati i dati sugli incidenti stradali, sull’inquinamento, sulla congestione stradale, sulla sosta selvaggia, sulle multe” e di “coinvolgere in particolare i mobility manager del Comune di Milano e di tutte le società controllate e partecipate affinché si attivino per coinvolgere tutte le proprie comunità in questa operazione a trasformare gradualmente, molte delle attuali ‘zone 30’ in ‘zone 20’ o ‘zone residenziali’, anche utilizzando una diversa disposizione della sosta e degli arredi, che consenta di moderare ulteriormente la velocità dei veicoli”.
Adesso l’iter prevede che l’ordine del giorno venga approvato in giunta. Una volta ottenuto il benestare definitivo, le misure indicate al suo interno potranno essere introdotte in città. Ad oggi in Italia soltanto Bologna ha avviato il percorso per diventare “Città 30” da giugno 2023. A Torino con un voto in Consiglio comunale del novembre scorso è stato deciso di rallentare il traffico diventando una città a 30 all’ora. Ma al momento nel capoluogo piemontese non è stata fissata una data precisa per l’introduzione dei nuovi limiti. La prima “città 30 d’Italia” è diventata Olbia dal primo giugno del 2021. In Europa oltre Parigi e Bruxelles in questa direzione si sono mosse Graz, Grenoble, Helsinki, Valencia, Zurich, Lille e Bilbao. Le zone 30 sono presenti in 74 dei 105 capoluoghi di provincia italiani monitorati da Ecosistema Urbano. In totale la superficie complessiva risulta essere di poco più di 3mila metri (dati 2021).
La decisione del Consiglio comunale di Milano è stata criticata dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Matteo Salvini che su Twitter ha scritto: «Ricordo al sindaco e al Pd che a Milano la gente vorrebbe anche lavorare…». Tanti invece i commenti positivi dalla politica e dal mondo dell’associazionismo. «È un primo passo che le città italiane più avanzate, come Milano e Bologna, stanno finalmente facendo per diventare delle capitali europee moderne e vivibili – commenta Alessandra Bonfanti, responsabile mobilità dolce di Legambiente – Il limite di 30 km/h in tutta la città non solo protegge meglio la vita di tutti gli utenti della strada ed è l’unica vera risposta ai numeri impressionanti della strage stradale, ma soprattutto restituisce lo spazio pubblico anche ad altri usi e funzioni aumentando la bellezza e la vivibilità delle città».