di NICLO VITELLI
ll progetto è bello, ma ha tutta l’aria di profanazione, lontano dalla valorizzazione dei luoghi del grande maestro.
Non sono né un esperto né un architetto, ma il progetto di rifacimento del piazzale sul lago a me piace: bello, arioso, avveniristico. Però mi chiedo cosa abbia a che fare con il patrimonio di beni e di ambienti pucciniani. Niente: anzi è tutta un’altra cosa. È come appendere accanto al celebre quadro della Monna Lisa un sacchetto pieno d’immondizia. Il progetto ha tutta l’aria di profanazione ed è molto lontano dalla conservazione e valorizzazione del patrimonio più autentico legato al grande musicista. Il vecchio caro amico Adone Spadaccini si rivolterà sicuramente nella tomba ripensando al suo Puccineum, considerato a quei tempi una fuga in avanti dagli stessi suoi amici e dirigenti democristiani. Adone, da buon architetto, cultore, melomane e organizzatore, aveva delineato un progetto, aveva ipotizzato un luogo che avrebbe dovuto assomigliare e competere con Salisburgo.
Ed oggi invece? Cialtroneria? Il gusto proibito della provocazione? La boria e la presupponenza provinciale della squadra che compone l’attuale amministrazione comunale assieme ai più accaniti yes man che ci girano d’intorno?
Sì, c’è anche tutto questo, ma c’è sicuramente molto di più: una miseria culturale incommensurabile, un deserto di conoscenza grande quanto il Sahara, dove almeno diverse oasi esistono ancora. Sul tanto sbandierato concetto di Bellezza si potrebbe discutere ma bisognerebbe aprire un confronto a partire dalla mimesi, dalla poetica e dalla filosofia Aristotelica: con questi discepoli amministrativi però sarebbe come parlare di astronomia ad un gruppo di oche sciocche e vanitose.
Che nella piazza ci siano manufatti ed oggetti che furono costruiti per dare accoglimento alla salma di Puccini e che lo stesso piazzale fu pensato in quelle forme, dimensioni e contorni proprio per valorizzare l’ambiente naturale, la vegetazione prevalente, la casa del Maestro che ne avrebbe ospitatole spoglie, ecco, tutto ciò non importa né si considera minimamente: sono orpelli di cui liberarci, da distruggere o mettere in cantina come le opere del Turcato. E la questione non cambia di un millimetro, anche se fosse accertato che furono le amministrazioni che seguirono a modificare quella architettura del belvedere. Quell’assetto è stato la cornice delle prime rappresentazioni liriche a Torre del Lago, agli albori di quello che oggi dovrebbe essere il Festival dedicato a Giacomo Puccini nei suoi luoghi prediletti.
Lo Stato ha messo a disposizione risorse importanti per le celebrazioni del centenario dalla morte del grande musicista e ha nominato un Comitato alla cui presidenza siede il responsabile musicale del Festival Puccini di Torre del Lago e attuale presidente della Fondazione Puccini di Lucca, Alberto Veronesi. Nelle sue prime dichiarazioni da neo presidente, Veronesi ha sostenuto di voler tutelare i beni culturali legati alla figura di Giacomo Puccini. Dirà qualcosa su questo progetto o prevarranno i legami d’acciaio con l’attuale Sindaco? E il Comitato, composto da eminenti studiosi, critici, musicisti e grandi direttori prenderà una posizione su questa tutt’altro che trascurabile questione?
Da una parte si cerca di valorizzare e creare eventi all’altezza mentre dall’altra si smontano e distruggono le vestigia del grande musicista. Una cosa che solo in Italia e a Viareggio si può fare! Assurdo, incredibile… ma purtroppo vero! Il Comune si guarda bene ormai da quasi dieci anni dal promuovere un progetto di caratterizzazione pucciniana di tutta l’area del lago ma si spende e si appresta a spendere per un belvedere modernista, anonimo.
Se si scende dal parcheggio fino al lago è un mosaico di provocazione antipucciniana. Un locale chiuso per anni senza che la proprietà si assumesse o venisse costretta ad assumersi le responsabilità per un luogo importante della cultura italiana. Oggi la struttura è stata acquisita dalla Fondazione Puccini e finalmente dovrebbe riaprire i battenti sotto forma di un Cafè e book shop di Villa Puccini. Tutto il resto è stato lasciato nella desolazione all’incuria: case che cadono a pezzi, una vegetazione che cresce spontanea come in una foresta amazzonica, uno stabile di proprietà della Fondazione Festival Puccini e quindi del socio di maggioranza della Fondazione- il Comune di Viareggio – che cade a pezzi senza che si curi per lo meno l’esterno, la parte visibile, l’imbiancatura. Se ci si affaccia al cancellone lo spettacolo, davanti alla casa di uno dei più importanti musicisti italiani, celebrato e amato in tutto il mondo, è davvero mortificante: calcinacci che cadono, persiane rotte e strappate dai gangheri, penzolanti al vento come bandiere.
La compianta Simonetta Puccini si era data da fare con la sua Fondazione per realizzare un complesso legato alla villa, l’ex trattoria di Antonio, da restaurare con i criteri della continuità di stili, di impronte architettoniche care a suo nonno. Ed invece, finita quell’opera titanica cosa si trova attorno? Erbacce, desolazione e un progetto di piazzale che ci porta dritti a Miami! Persino il totem del Comune di Viareggio posto all’ingresso della villa Puccini è una cosa vomitevole e indegna: arrugginito, stinto, macchiato, logorato dal tempo e dagli agenti atmosferici senza nessun intervento da anni e da anni. Anche le due torri del Teatro, scolorite e sbiadite, illuminate dal sole di quest’ottobre, danno la sensazione di sciatteria: è la Bellezza ragazzo!
Cose dell’altro mondo! Ma lo Stato italiano e le sue più alte istituzioni culturali possono tollerare una situazione del genere? La Regione Toscana può assecondare una simile provocazione senza entrare a gambe tese? Certo il piazzale va rigenerato, a partire dai sette strati di catrame dell’asfalto che si sovrappongono e danno una immagine di zebre grigio scure, per finire coi giardinetti e le piante: e soprattutto Puccini deve esserci di più, pervaderlo e permearlo, come purtroppo non è stato fino ad oggi, in tutti i suoi angoli e in ogni centimetro quadro. Viareggio avrebbe un brand fondamentale su cui reimpostare il suo rinnovamento e il suo futuro ma che si continua a tenere sotto il tappeto, mostrando invece ai turisti e ai visitatori solo cialtroneria e improvvisazione.
Se Puccini fosse di nuovo tra noi, con il suo sigaro tra i denti, sicuramente bestemmierebbe e si sfogherebbe violentemente, come faceva spesso con i suoi librettisti che, mossi più dal gusto dell’auto compiacimento e della loro gloria, non tenevano nel giusto conto, le sue ispirazioni e le sue indicazioni musicali e drammaturgiche.
Non resta altro che sperare in un sussulto improvviso che fermi l’azione di questi boriosi e ingiudicabili dilettanti allo sbaraglio! Verrà sicuramente una bella piazza….ma Giacomo Puccini ? Guarderà’ dalla sua villa il capolavoro e, ne sono più che certo, prenderà’ il suo fucile da caccia, lo caricherà’ con due bei pallettoni e premerà il grilletto! …Però il progetto presentato è Bello!