In scena sulle Alpi Apuane da giovedì 2 giugno a domenica 11 settembre 2022
Tutti gli spettacoli sono gratuiti.
La direttrice artistica Gioia Giusti, il presidente del Club Alpino Italiano di Massa Paolo Simi e tutto lo staff del Festival annunciano la nuova la proposta culturale 2022.
L’alto livello artistico che da sempre contraddistingue il Festival si accompagna alla scelta dei luoghi più belli e più rappresentativi delle Alpi Apuane con un programma dove entrano in gioco e sempre si mescolano musica, teatro, arte, la grande Storia e storie di grandi uomini.
“Siamo particolarmente orgogliosi – scrivono gli organizzatori – per le collaborazioni con le realtà più diverse dalla Pubblica Assistenza di Minazzana, al Liceo musicale “Felice Palma” di Massa, alla LILT, Lega Italiana per la lotta ai tumori, alla rete di sezioni del Club Alpino Italiano il cui supporto è fondamentale per la buona riuscita di questa importante e articolata edizione: CAI Carrara, Castelnuovo di Garfagnana, Pisa, Pietrasanta, Lucca. Vogliamo ringraziare il nostro grande pubblico che ci ha permesso di vincere la V edizione del Premio crowdfunding per la Cultura organizzato dalla Rete del Dono e tutti i nostri sponsor, quelli storici e quelli nuovi: Montura, Parco delle Alpi Apuane, Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, CAI centrale, CAI GR Toscana, Regione Toscana, Comune di Massa, Comune di Carrara, Parco nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema, Soroptimist, Apuacom, Apuane Libere, Federalberghi.
Infine ringraziamo la nostra agenzia Confinigrafici che con la consueta passione e dedizione è andata molto oltre le sue competenze gestendo la nostra campagna di crowdfunding, la comunicazione cartacea e sui social, e ideando la nuova bellissima immagine del Festival che ha come protagonista Aronte, personaggio mitologico delle Apuane.”
Presentazione degli artisti in programma:
Il primo concerto, in programma per giovedì 2 giugno per la Festa della Repubblica a Sant’Anna di Stazzema, vedrà come protagonista la sezione ANPI del Teatro alla Scala. Fondata nel 2015 su iniziativa di un gruppo di lavoratori del teatro, raccoglie sin da subito molte adesioni in tutti i reparti dall’area artistica all’area tecnico-amministrativa sino ai quadri direttivi e conta a oggi più di cento iscritti. Negli anni lo spirito antifascista che ha dato vita alla sezione è stato recepito dalla direzione del Teatro la quale ne ha sempre accolto le proposte rendendo parte del cartellone scaligero diverse sue iniziative, come accade ogni anno con il Concerto per il Giorno della Memoria. Si è cioè creato un rapporto di collaborazione alla pari tra lavoratori e direzione, che non ha pregiudicato in nessun modo l’indipendenza della sezione e che può dimostrare quanto sia vitale la partecipazione attiva dei lavoratori anche in scelte importanti per la vita del Teatro.
La presenza di una sezione ANPI all’interno della Scala, inoltre, ha potuto contribuire alla riflessione all’interno dell’amministrazione cittadina sulla considerazione dei teatri come qualcosa di più importante che semplici luoghi di intrattenimento.
Questi, dunque, i principali scopi della sezione: fare rete sotto la bandiera dell’antifascismo e contribuire come lavoratori ad un’idea di Teatro come luogo di civismo.
Il concerto in programma per domenica 26 giugno a Passo Sella (Stazzema) è invece affidato all’Alessandro Carbonare Clarinet Trio, nato nel 2016 e composto da Alessandro Carbonare, Giuseppe Muscogiuri e Luca Cipriano.
Il trio si riunisce attorno alla figura del clarinettista Alessandro Carbonare, primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, oltre che collaboratore storico di Claudio Abbado. Ne fanno parte anche Luca Cipriano e Giuseppe Muscogiuri.
Questa formazione tanto inconsueta quanto versatile permette di spaziare liberamente all’interno di un repertorio vario e stimolante. Si parte dai rarissimi Divertimenti originali per tre corni di Bassetto di W.A.Mozart per arrivare alle ancor più rare “versioni dell’epoca” del Flauto Magico o del Don Giovanni passando alla Musica Massonica scritta per questo ensemble dal Maestro di Salisburgo. Non mancano incursioni nella musica contemporanea e Jazz e nella travolgente intensità propria della musica Klezmer con cui i nostri musicisti amano chiudere i loro concerti.
Il gruppo si è già esibito in numerosi festival italiani ed europei ed ha all’attivo un cd per la rivista Amadeus dedicato alla musica originale per corno di bassetto di W.A.Mozart e un cd per la casa giapponese NAMI Records, comprendente anche brani jazzistici.
Per l’appuntamento di domenica 3 luglio al Rifugio Rossi (Molazzana) è previsto lo spettacolo teatrale ANCHE I SOGNI IMPOSSIBILI. IL XV° OTTOMILA DI FAUSTO DE STEFANI della Compagnia (S) legati, con la partecipazione del grande alpinista Fausto De Stefani a cui è dedicato lo spettacolo. (S) legati, la prima compagnia di teatro e alpinismo, è composta dai due bravissimi attori Mattia Fabris e Jacopo Maria Bicocchi, già ospiti di precedenti edizioni di Musica sulle Apuane con gli spettacoli Un alt(r)o Everest e (S) legati, lo spettacolo che dà il nome alla compagnia.
IN CAPO AL MONDO – IN VIAGGIO CON WALTER BONATTI, con Luca Radaelli, attore, e Maurizio Aliffi,chitarra, previsto per domenica 10 luglio in località La Cappella (Seravezza), è uno spettacolo di teatro e musica dedicato ad un altro grande alpinista, Walter Bonatti.
Lo scopo dell’avventura è trovare l’uomo, così avrebbe detto Walter Bonatti.
Uno dei più grandi alpinisti di sempre, l’ultimo grande esploratore. Gli artisti vogliono ricordarlo raccontando la sua vita, ma soprattutto la filosofia di un personaggio unico e speciale, che ha cercato di superare i propri limiti come non solo il campione, ma ogni uomo dovrebbe fare. In capo al mondo è uno spettacolo che regala il fascino dell’avventura e delle conquiste, le esplorazioni nella natura selvaggia, ma è soprattutto un omaggio alla montagna.
La narrazione si accompagna alla musica dal vivo, proiezioni di immagini spettacolari ci immergono nelle imprese di Bonatti. Un attore e un musicista ci guidano nella più coraggiosa delle spedizioni: la realizzazione dei sogni di un uomo libero.
Segue il concerto della nota e apprezzata violoncellista e cantante irlandese Naomi Berril sabato 16 luglio al Rifugio Nello Conti (Massa). Not only cellist, come ama definirsi, Naomi, dopo i suoi studi classici, ha collaborato con violoncellisti come Giovanni Sollima e Mario Brunello, scrittori come Stefano Benni, varie compagnie teatrali e di danza, inciso gli album From the Ground, To the sky e Suite Dreams, quest’ultimo principalmente sul tema della migrazione; migrazione di melodie, di popoli, di uccelli. La sua musica è caratterizzata da una contaminazione fluida, genuina, e feconda d’innovazione, tra i più disparati generi, dalla musica classica, all’energia vitale della musica folk irlandese, dal barocco, ai ritmi sincopati del jazz. Naomi è anche direttrice artistica del Festival High Notes che dal 2010, ospitato dal Rifugio Orto di Donna sulle Apuane.
Domenica 31 luglio, presso il Rifugio Orto di Donna (Minucciano), sarà la volta del reading teatrale di Mattia Fabris, attore, e Massimo Betti, chitarra, intitolato OPEN, tratto dall’omonimo romanzo autobiografico del campione di tennis André Agassi che racconta di aver sempre odiato il tennis, una storia avvincente per tutti, appassionati o meno di questo sport, in quanto racconta la dicotomia tra l’essere e il dover essere, un percorso di ricerca di se stessi che riguarda ogni essere umano.
Presso l’ultima dimora di Fosco Maraini, a Pasquigliora (Molazzana), domenica 7 agosto, l’Ensemble d’archi ORT Attack dell’Orchestra della Toscana, insieme ad un solista, il violinista Davide Alogna, e ad un’attrice e cantante dedicheranno un concerto alla figura del grande Fosco Maraini, scrittore, orientalista, alpinista, fotografo e grande viaggiatore, che rimase affascinato dalla bellezza selvaggia della natura che, in questa parte delle Apuane, risulta ancora miracolosamente incontaminata. L’omaggio va alla sua memoria e anche a tutti coloro che si sono impegnati per realizzare il sogno di costituire una ”Casa Maraini – Rifugio di cultura”.
A Pian della Fioba (Massa) il 14 agostoRESISTENZE, un viaggio fra le musiche che hanno fatto da scheletro portante alle grandi rivoluzioni della storia, una sorta di RacConcerto sul tema della Resistenza e dei suoi valori politici e sociali, da Mozart ai giorni nostri, che vede in scena due artisti toscani di grande esperienza ed ecletticità e dalla grande comunicativa: il baritono/attore Veio Torcigliani e il pianista Federico Gerini. Raramente si ha l’occasione di assistere ad un concerto che riunisca insieme il melodramma del ‘700 e dell’800, il musical di Broadway, Morricone e la canzone anarchica. Il programma prende le mosse infatti dai due capolavori mozartiani “Don Giovanni” e “Le nozze di Figaro”, per incamminarsi, nell’800, attraverso Rossini, Verdi e Giordano, fino al musical e alle colonne sonore di Morricone, e ancora più in là, fino ad abbracciare famosi canti popolari.
Esilarante sarà poi il 28 agosto presso il Monte Folgorito (Montignoso) l’esibizione tra musica e cabaret del Quartetto Euphoria, pioniere della musica comico-classica al femminile, nato nel 1999 dalla fantasia della Banda Osiris di trovarsi affiancati da un quartetto d’archi comico, ospite dei più importanti eventi nazionali ed internazionali, come il Festival di Cannes 2005 e le Olimpiadi di Torino 2006, invitato regolarmente in trasmissioni radiofoniche e televisive RAI e Mediaset, vanta collaborazioni con molti celebri artisti come Stefano Bollani e Max Gazzè. Fanno parte del Quartetto Euphoria Marna Fumarola e Suvi Valjus, violini, Hildegard Kuen, viola, e Michela Munari, violoncello.
Domenica 4 settembre a Campocecina (Carrara) si esibirà, assieme al noto chitarrista e cantautore italiano Paolo Benvegnù, l’Orchestra Multietnica di Arezzo, costituita nel 2007. L’OMA ha tracciato in questi anni di concerti, spettacoli teatrali e laboratori in tutta Italia un percorso di culture e di tradizioni. Un percorso di pace, di nomadismo e di amore per le proprie radici, che dal Nord Africa sale per la Turchia, la Grecia, i Balcani, l’Est Europeo, e arrivano al nostro Paese, alle coste bagnate da quello stesso Mediterraneo che unisce e allontana i popoli, oggi un percorso di nuove migrazioni.
Cultura e musica significano pluralità, confronto e mescolanza.
È il principio ispiratore del progetto che oltre dieci anni fa ha portato alla costituzione dell’Orchestra Multietnica di Arezzo. Un laboratorio permanente, sempre aperto a nuovi inserimenti di musicisti soprattutto stranieri e seconde generazioni, che oltre ai concerti promuove laboratori e lezioni concerto per le scuole del proprio territorio, per profughi e richiedenti asilo. Attività che i musicisti OMA realizzano con l’obiettivo di dare il proprio contributo alla creazione di una società multiculturale coesa, in cui la diversità sia considerata un valore.
L’attuale formazione dell’OMA è costituita da circa 35 musicisti provenienti da Albania, Palestina, Libano, Nigeria, Congo, Costa d’Avorio, Argentina, Colombia, Bangladesh, Giappone, Romania, Russia, Svizzera e dalle più svariate regioni italiane e propone un repertorio che spazia dalla tradizione araba a quella ebraica, dal Mediterraneo all’est Europa, dal Bangladesh al Sudamerica, offrendo al pubblico una vera e propria festa di suoni e di colori.
PORTAMI AL CONFINE, lo spettacolo che chiude il Festival, domenica 11 settembre a Canal da l’Acqua, Resceto (Massa), tratto dal quarto album solista di Marco Rovelli, caratterizzato da sonorità più elettriche, diversamente da Tutto inizia sempre, prevalentemente acustico e “cameristico”. Con il violoncello di Lara Vecoli e le sue ariose e profonde tessiture, insieme alle architetture spaziotemporali della chitarra drone di Paolo Monti (The Star Pillow) che dissemina svariati spettri sonici che aprono mondi. Ne viene fuori un sound potente, che dà una trama unica a canzoni che hanno strutture spesso diverse, come del resto nel disco precedente. Il tema del disco è il confine, che è il concetto fondamentale del nostro mondo. I confini da superare, sempre: quelle dei migranti, quelli di chi pensa che Nostra patria è il mondo intero, ma anche i confini che superiamo ogni volta quando ci avviciniamo l’uno con l’altro, a partire dalle relazioni d’amore.