Pubblichiamo alcuni stralci di Amarcord 62 – Aperiodico di Arte e Antiarte Politi-camente scorretto, direttore irresponsabile Giancarlo Politi
Il noto critico d’arte riflette sulla mostra estiva di Giuseppe Veneziano e su come l’arte pubblica dovrebbe essere monitorata e apre, per chi lo vuole raccogliere, un dibattito sulla governance democratice della promozione pubblica dell’arte e della cultura. Un dibattito di cui Pietrasanta ha enorme bisogno.
Così scrive Giancarlo Politi
Giuseppe Veneziano, il barzellettiere dell’arte Ho sempre pensato e scritto che l’arte si muove su molteplici livelli. Ma non bisogna dimenticare che c’è un’arte per tutti. E questo è fantastico. C’è la grande arte dei musei, delle gallerie sofisticate, dei collezionisti, critici, curatori e utenti colti e informati: cioè il vero sistema dell’arte che domina il mondo anche se numericamente minoritario ed è in continuo cambiamento. Ed esiste anche un’arte di ottimi artisti che per qualità o sfortuna non riescono a raggiungere livelli elevati e operano con rispettabilità e professionalità e speranzosi di scalare i livelli più elevati... Poi esiste un’arte per tutti. Un’arte popolare e popolana, talvolta ludica, che piace alla gente e con cui la gente si diverte. Specialmente i bambini. E che quasi sempre per divertire racconta barzellette. Ma esiste in larghissima misura, diciamo al 90%, non l’arte per tutti ma l’arte di tutti, in cui i protagonisti sono semplici ma devoti e ammirevoli appassionati di pittura che non conoscono se non loro stessi o i loro affini senza speranza e che immaginano un riconoscimento post mortem, come Van Gogh. E sono per lo più autodidatti. Questa categoria contempla il vicino di casa pensionato, il tassista, il calzolaio, il macellaio, l’oste, l’avvocato, il grande chirurgo ma anche l’homeless…. E felici di un complimento di un vicino, di un passante o un loro collega o superiore… L’arte pubblica dovrebbe essere monitorata. Come a Firenze Giuseppe Veneziano, che pure mi è simpatico per alcune sue opere caricaturali, lo inserirei nella terza categoria, quella dell’arte ludica, scherzosa, da selfie per bambini e adulti accompagnati da bambini. La cosiddetta arte che dignitosamente e talvolta gioiosamente arreda il parco giochi, i giardini e le abitazioni private. Ma che troppo spesso ai giorni nostri invade dolosamente spazi che non le competono. E qui mi soffermo su di lui proprio per lo scempio operato dal nostro Giuseppe Veneziano, artista anche di buone qualità ma arrogante e dal gusto pessimo, nella piazza di Pietrasanta, in Versilia, un gioiello nel suo genere. Un accomodante e incompetente sindaco della deliziosa cittadina, un ignorante (in arte contemporanea) e dormiente e incapace Sovrintendente ai Beni Culturali, hanno permesso di oltraggiare un luogo memorabile, che è questa bellissima piazza storica, con opere grottesche e ridanciane. E che io reputo opere delittuose perché sparse nella piazza, in un bar e in tutta la città. L’arte pubblica, soprattutto nelle città storiche, dovrebbe essere monitorata attentamente: l’esempio lo offre la città di Firenze, con una programmazione di altissimo livello e mai invasiva. Però a Giuseppe Veneziano non perdono la sua tracotanza, il suo voler provocare l’ignaro osservatore con le infradito, riuscendo sì a divertire il bambino e il genitore naif ma anche ad imbarbarire una cittadina splendida che ha bisogno il meno possibile di arte contemporanea… Veneziano talvolta sarebbe accettabile se non volesse abusare sempre degli altri. Ecco, Veneziano è il tipico artista molestatore e violentatore seriale della decenza pubblica in arte. Purtroppo questi artisti come Veneziano, espressione spesso del cattivo gusto di oggi, hanno un seguito. Ignorati da gallerie, da musei e collezionisti raffinati, impazzano nelle periferie dell’incultura e della non arte… E’ la vittoria del Brutto sul Bello, del Male sul Bene, del Trash sul Buon Gusto. Ne è un esempio anche l’interesse dimostrato per Veneziano da parte del direttore degli Uffizi, il tedesco Eike Dieter Schmidt, forse buon erudito sul Seicento, ma non certo uomo di cultura contemporanea. Un uomo che vive di passato. Credo che vivere con lo spirito e la testa nel Rinascimento o nel Seicento sia incompatibile con la contemporaneità. Si tratta di dimensioni culturali e spirituali talvolta contrapposte… Non ho mai espresso giudizi critici nei confronti di artisti. Ogni artista fa ciò che vuole o ciò che può e io li osservo con piacere, interesse o divertimento. E li invidio tutti perché ritengo l’arte sia una fantastica terapia contro l’usura della vita e la depressione… Mi sono permesso queste considerazioni su Veneziano, che pure talvolta ho apprezzato, perché mi sono sentito un frequentatore di Pietrasanta violentato e molestato. Anche se so che ormai Vittorio Sgarbi e lo Sgarbismo impazzano. Ma così sta andando il mondo. Allegria, amici miei. Il brutto e il peggio debbono ancora arrivare. |
In foto due opere di Giuseppe Veneziano: in primo piano una scultura che fa il verso, assemblandole, a due installazioni di Cattelan (l’autoritratto in cera che sbuca dal pavimento Untitled del 2001 e il wc placcato d’oro America del 2016); sullo sfondo la Blue Banana in cartapesta.La vittoria del Brutto sul Bello, del Male sul Bene.
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