“Città Versilia” è l’orizzonte socio culturale, ancor prima che politico e amministrativo, verso cui guarda la nostra associazione “Versilia, su la testa”.
La “Questione Versilia” e la “Città ripensata”
Molti sono gli elementi potenzialmente forti e caratterizzanti di una terra
bella e complicata come la Versilia.
Molteplici e variegate possono essere le basi di partenza dalle quali avviare
un’approfondita analisi della realtà versiliese e per trarre da questa gli spunti
fondamentali per una strategia di governo volta al benessere delle comunità
e alla valorizzazione e tutela dell’immenso patrimonio ambientale, paesaggistico,
storico, artistico e culturale che ci è stato donato dalla natura e dalle
generazioni che ci hanno preceduto.
Tra i tanti, possibili, punti di partenza che possiamo scegliere, credo possa
essere utile iniziare la nostra riflessione dal punto di vista della “geografia
umana”. Questa, infatti, studia la distribuzione degli uomini sulla Terra e la
maniera in cui essi vi vivono.
La specie umana vive in ecosistema e, attraverso le proprie scelte, prodotte
da innumerevoli decisioni di singoli e di gruppi, finisce per produrre un certo
ordinamento spaziale, un’organizzazione regionale: tutto ciò avviene secondo
logiche che sono definite dal modo in cui gli uomini concepiscono il
mondo, gli attribuiscono un senso e, di conseguenza, lo modificano.
La geografia umana utilizza strumenti di analisi di diverso genere: quello naturalistico,
quando si tratta di vedere come l’uomo s’inserisca, interagisca e
modifichi le piramidi naturali; quello sociologico, dell’economia e della
scienza politica, quando si tratta di comprendere i rapporti fra gli individui
nella loro ricerca di prestigio, potere e ricchezza. Per valutare, invece, le reazioni
degli uomini all’ambiente naturale è utile servirsi della psicologia, ma i
suggerimenti più preziosi vengono dalla storia delle idee, dalla filosofia e
dallo studio delle rappresentazioni collettive.
Se accettiamo il punto di vista della geografia umana come base per analizzare
la nostra terra, affrontare la “Questione Versilia” oggi significa leggere
e interpretare in modo unitario le complesse articolazioni territoriali, umane,
sociali, storiche, economiche e culturali che dalle vette delle Apuane scivolano fino al porto di Viareggio.
Ma significa anche e maggiormente porsi il
problema di collocare l’intero territorio della Versilia all’interno del più ampio
comprensorio della Provincia di Lucca e di evidenziare le profonde interrelazioni
che ne discendono.
Significa, ancor più, mettere in relazione tutta la nostra riflessione con
l’Area Vasta della Costa Toscana nordoccidentale che tante competenze ha
assunto nel corso degli ultimi decenni e che ancor più ne assumerà nel medio
termine.
Diventa così abbastanza semplice capire che, se vogliamo dare impronta
unitaria alle strategie di governo della Versilia e dare valore al fatto che le
amministrazioni comunali sono unite dalla comune esperienza nell’Unione
dei Comuni (aspettando l’ingresso di Viareggio), nella Società della Salute e,
seppure in modo ancora articolato, nella gestione del sistema integrato dei
rifiuti, è necessario spingersi verso terre ancora poco conosciute come, ad
esempio, la riflessione sul tema della fusione tra comuni la cui dimensione
demografica risulta troppo esigua, la redazione di un “piano strutturale” e di
un “piano operativo unico” per la Versilia, e la realizzazione di un “piano
territoriale di salute” calzato sull’ambito territoriale della zona distretto e
proiettato alla totale integrazione dei servizi sociosanitari.
Perché un’organizzazione per schede
Anche l’idea di organizzare la struttura di questo testo per schede nasce durante
la campagna per le elezioni regionali 2015.
Le schede, pensate materialmente dentro uno schedario, ordinate alfabeticamente
o per materia, ci permettono un approccio immediato e pratico:
possono essere estratte al bisogno, rivalutate, annotate, integrate, modificate;
si può pensare di tirare un rigo sopra una frase o un’opinione divenuta
ormai superata o messa in crisi da una riflessione nuova e più approfondita.
Le schede servono a fissare un punto, un pensiero, un indirizzo, ma non
sono dogmatiche: nascono per partecipare ad una evoluzione, ad un percorso
di crescita collettivo.
Alcune schede hanno già un buon livello di approfondimento, altre sono
poco più che appunti, post-it, note da sviluppare più avanti e con migliore
organicità, altre schede non ci sono proprio, vanno pensate e scritte: sappiamo
che lo schedario può contenerne molte di più.
Tutte le schede hanno bisogno del contributo di conoscenze superiori, di
esperti, di persone che vivono con intensità questo o quell’aspetto della vita
versiliese.
Le schede possono facilmente passare di mano in mano, si usurano, possono
essere copiate, riscritte, modificate da nuove mani, con calligrafie differenti,
con penne dai colori diversi.
Le schede, domani, ci ricorderanno il tempo che è passato, ci mostreranno
la strada fatta, ci aiuteranno a maturare nuove idee e ci consentiranno, appunto,
di aggiungere allo schedario nuovi argomenti, nuovi temi che oggi
non riusciamo a immaginare.